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Qual è il “viatico” della sostenibilità oggi in azienda?



Se l’innovazione, intesa come fare qualcosa di diverso, è il viatico della sostenibilità e deve essere radicale, servono persone non condizionate da schemi del passato, in grado di vedere il futuro non come un presente 2.0, bensì come qualcosa di non ancora immaginabile”.

La frase del Prof. Carlo Alberto Pratesi, presidente di Eiis (European Institute of Innovation for Sustainability) e docente di Marketing presso l’Università Roma Tre, estratta da un articolo di Repubblica, è un interessante spunto di riflessione.

Imparare a pensare “out of the box”, farsi coinvolgere da player fuori dal nostro solito circuito, accedere a nuove riflessioni è da considerarsi un approccio indispensabile da promuovere.

Ma un conto sono le parole, un altro è integrare una nuova forma di pensiero come modus vivendi ed operandi.

Da più di 7 anni ci occupiamo di questi temi e di come far crescere le persone ed i team in azienda in un’ottica di bene, profitto ed efficienza collettiva, rendendo, nel nostro caso, le due funzioni marketing e procurement sempre più business partner, per “remare tutti insieme nella stessa direzione”.

Molte aziende stanno sviluppando iniziative interessanti in termini di sostenibilità, ma queste non vengono sempre comunicate in modo efficace e gli stessi interlocutori, interni all’azienda, non ne sono spesso al corrente.

Tuttavia è importante creare contaminazione e condivisione dentro e fuori l’azienda. Motivo per cui quest’anno sono nate le Jeffersonian Dinner di Optima che continueremo a promuovere anche nel 2024 in collaborazione con Eiis.

Condividere come le altre aziende stanno approcciando il tema sostenibilità è una ricca opportunità: a seguire trovi alcune azioni che stanno coinvolgendo P&G e Ferrero.

Paolo Grue, presidente e AD di P&G ci racconta quali sono i 3 valori della sostenibilità in Proctle & Gamble: Innovazione, Formazione e Partnership.

Non basta un affascinante e avvincente storytelling, bisogna focalizzarsi sullo story-doing, una serie di azioni concrete che creino una narrativa rivolta ad azioni concrete più sostenibili.

Nello specifico il dott. Grue racconta, in una sua intervista, 3 azioni importanti che l’azienda ha concretizzato:

  1. “Mettere la casa in ordine”, verificare bene le cose che si possono controllare, avere un piano di transizione sostenibile attraverso tutta la filiera del prodotto, dall’approvvigionamento, all’energia rinnovabili, al packaging 100% riciclabile.

  2. Educazione dell’informazione alle persone. Come sappiamo, abbassando la temperatura e riducendo il ciclo di lavaggio della lavatrice si riduce in maniera importante l’impatto ambientale. A tal proposito è stato lanciato il prodotto “Dash Power” per il quale è fondamentale che sia accompagnato da una comunicazione efficace. E’ importante farla anche attraverso partnership (es. wwf o altro consumo ecc.) per sensibilizzare un cambiamento sulle abitudini dei consumatori.

  3. Impegno concreto di cittadinanza d’impresa. Uscire dalla propria filiera e assicurarsi di ridare indietro alla società, all’ambiente e ai territori in cui opera. Il programma P&G per l’Italia ha coinvolto diversi player su tutto il territorio. Un vero e proprio modello di intervento sociale: 26 aule natura alle scuole italiane, 23 orto frutteti solidali, aiutate 240 persone a trovare lavoro, più di 3000 screening gratuiti alle donne, oltre 100.000 donazioni di prodotti. Questo programma ha visto anche il coinvolgimento del sociologo Francesco Morace, Presidente di Future Concept Lab, che sostiene come questo nuovo modello dimostri quanto essere accanto a realtà che abbiano come obiettivo la solidarietà sociale, la convivenza civile insieme alla propria dimensione di azienda, comunque attiva nel mondo del consumo, sia utile sia in termini economici che sociali.

Un’altra esperienza interessante è riportata da Nicola Semenzi, Head of Responsible Sourcing Ferrero.

Semenzi afferma che la sostenibilità è strettamente correlata all’innovazione e che in particolare, in un settore come quello del food, tutto ciò parte dalle filiere agricole e necessita di cambiare e verificare le regole di come si fanno gli acquisti

Il cambio di governance richiede molto tempo ma è fondamentale.

Per Ferrero, per esempio, la tracciabilità è parte del DNA dell’azienda. Il fondatore Pietro Ferrero, parlava di “sacco conosciuto”, conoscere tutta la storia che sta dietro agli ingredienti del prodotto che si sta acquistando.

Ovviamente si parla di filiere molto complesse e frammentate, spesso in paesi diversi con milioni di conferitori: per ottenere una mappatura strutturata di tutte queste filiere è ovviamente necessario utilizzare nuovi strumenti, nuove tecnologie, principalmente digitali e ritornare così al “sacco conosciuto”.


L’importanza delle partnership è fondamentale sui temi di sostenibilità perché non si può avere innovazione in tecnologia senza scegliere i partner giusti ed oggi il mercato offre nuove soluzioni che permettono, per esempio, di mappare e costruire tracciabilità su filiere estremamente complesse. Allo stesso modo è importante avere partnership con organizzazioni che hanno le competenze per trasformare il modo di lavorare sulle proprie filiere di fornitori e che li accompagnino in questo percorso. Significativa in questo caso la collaborazione con Save the Children in West Africa dove il loro approccio sulle filiere di Ferrero ha consentito di alzare i livelli di standard sia a livello sociale che ambientale.

Ormai è chiaro che essere sostenibili non è un’operazione di marketing, non è una dichiarazione di intenti da inserire sul Company Profile.


Deve essere un nuovo approccio, una filosofia aziendale che richiede una rivoluzione dei modelli di business, che parta da una rimodulazione del DNA dell’azienda e del paradigma della produzione e distribuzione del valore. Un approccio non più legato alla remunerazione degli stakeholder e della supply chain ma orientato alla distribuzione di una benessere diffuso che coinvolga tutti gli stakeholder, vicini e lontani dell’intera filiera, in un’ottica di sviluppo sostenibile anche dal punto di vista etico.


E’ un approccio strategico e trasparente. Premia i miglioramenti e non la perfezione. Deve fare bene alla causa e all’industria.

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